Servizio completo di sorveglianza sanitaria Medicina del lavoro ex d.lgs 81/2008 e successivi

Salute e sicurezza per te
Da più di 25 anni operiamo nella gestione ed organizzazione delle prestazioni sanitarie. Gestiamo ogni anno più di 50.000 lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, con più di 150.000 prestazioni clinico-diagnostiche nella Medicina del Lavoro erogate ogni anno.
I Medici Competenti sono presenti in tutte le Regioni e coordinati dalla nostra Direzione Sanitaria ed Amministrativa, per alleggerire e accelerare il processo organizzativo e rendere omogenea la gestione e l’erogazione dei protocolli di sorveglianza sanitaria.
Se richiesto, il nostro personale Medico Competente si relazionerà con i Vostri Responsabili per l’eventuale stesura o aggiornamento del Documento di Valutazione dei rischi e per tutta la consulenza necessaria.
In sede di visita i nostri Medici Competenti potranno essere accompagnati da un operatore sanitario e, se non disponete di locali idonei, il team effettuerà la prestazione all’interno degli Ambulatoriali.
Garantiamo l’esecuzione di ogni accertamento specialistico, ad esempio:
- Visita medica preventiva e periodica
- Screening di acuità visiva visio-test
- Spirometria
- Audiometria
- Test tossicologico
- Analisi emato-chimiche di laboratorio
- Accertamento diagnostico per verifica assenza assunzione alcol e alcol dipendenza.
Affidati ai nostri esperti per mantenere la tua azienda controllata e prevenire problematiche future con i lavoratori o gli organi di vigilanza Un team dedicato sarà al tuo fianco per ogni necessità.

La spirometria
La spirometria è l’esame più comune per valutare la funzionalità respiratoria, attraverso il quale si misurano volumi e flussi respiratori. Viene utilizzata per la diagnosi di diverse patologie respiratorie e polmonari, ma viene utilizzata anche come test di prevenzione per chi lavora in ambienti polverosi o per i fumatori.
Che cos’è la spirometria
La spirometria rappresenta il primo esame di valutazione della funzione polmonare: misura sia i volumi, cioè l’aria contenuta nei polmoni, che i flussi e quindi la velocità con cui i volumi sono espulsi.
Può essere svolta con modalità ed apparecchiature diverse a seconda dei quesiti diagnostici.
Esistono due tipi di spirometria:
- SPIROMETRIA SEMPLICE, misura i volumi polmonari dinamici
- SPIROMETRIA GLOBALE, misura i volumi polmonari statici.
Spirometria: cosa misura
La SPIROMETRIA SEMPLICE o curva flusso/volume, misura la quantità di aria che si è in grado di inspirare ed espirare dai polmoni con uno sforzo massimale e la velocità con cui si riesce a muoverla.
I valori principali sono:
– FEV1 o VEMS – volume di aria emessa in 1 secondo dopo una inspirazione massimale;
– FVC – il volume totale di aria espulsa in una espirazione forzata dopo una inspirazione massimale. Il rapporto VEMS/FVC è fondamentale per differenziare un deficit ostruttivo da uno restrittivo;
– PEF – il più alto flusso sostenuto per almeno 10 millisecondi con una espirazione forzata partendo da una inspirazione.
La spirometria è uno strumento utile per la prevenzione diagnosi e stadiazione di varie patologie polmonari, in particolare di asma, bronchite e danni da fumo.
Come viene effettuato l’esame
Dopo aver raccolto i dati anagrafici, in particolare peso e altezza, e la storia clinica, il paziente viene istruito sulla modalità dell’esame.
Viene applicato uno stringinaso al fine di ottenere il massimo sforzo possibile nella esecuzione del test e viene richiesto di soffiare almeno 3 volte attraverso un boccaglio monouso, stretto tra le labbra, collegato con un tubo flessibile allo spirometro. Lo spirometro è connesso a un computer che riproduce e stampa le curve flusso-volume.
L’esame è indolore e dura circa 10 minuti.

L'AUDIOMETRIA
Che cos’è l’Audiometria e perché è così utile nell’ambito della medicina del lavoro?
L’Audiometria o audiogramma o esame audiometrico è un esame medico specifico, utile per diagnosticare l’esistenza di un eventuale deficit uditivo.
Si tratta di uno strumento davvero importante, soprattutto per quei lavoratori per i quali si rivela fondamentale tenere sotto controllo le condizioni dell’apparato uditivo. Le problematiche legate al rumore, infatti, rappresentano alcuni dei rischi più diffusi. E questo, soprattutto in ambito industriale ed edile.
Iniziamo subito, quindi, a conoscere tutti i dettagli sull’Audiometria, importante esame di diagnosi dell’ apparato uditivo.
L’Audiometria: come funziona
Nell’audiometria, l’udito del paziente – lavoratore viene testato sulla base delle principali frequenze percepibili dall’orecchio umano. Questo perché il suono si diversifica tendenzialmente in base alla frequenza, cioè al numero di vibrazioni, al secondo, che l’orecchio umano percepisce.
In questo modo, il test audiometrico può identificare coloro che sono particolarmente suscettibili ad alcune frequenze. Ma pure coloro che hanno sviluppato una progressiva perdita dell’udito, nel corso degli anni.
Per effettuare il test dell’audiometria, in particolare, viene utilizzato un dispositivo chiamato audiometro.
Il metodo utilizzato, nello specifico, consiste nel consentire al paziente di ascoltare un suono alla volta con un’intensità tale da poter essere adattata alla persona.
Questo significa che se ad esempio un suono viene emesso inizialmente ad una frequenza di 1000 Hz a 40 Hz, in seguito, esso verrà gradualmente ridotto, fino a quando il paziente sarà in grado di percepirlo.
E’ importante, in questa circostanza, eseguire lo stesso test su entrambe le orecchie, per valutare eventuali differenze (segnalate spesso dal grafico con una linea rossa, per l’orecchio destro e blu, per l’orecchio sinistro).
possono essere diversi, a seconda delle effettive condizioni di salute del lavoratore – paziente.
Nel campo della medicina del lavoro, generalmente, quando non si rilevano particolari problemi a livello dell’ udito, si parla di normoacusia, mentre ci si riferisce a anacusia o cofosi, quando rispettivamente si rileva una totale perdita dell’udito, mono o bi laterale.
La condizione più comune, comunque, riguarda l’ipoacusia. Tale condizione è diagnosticata in quei lavoratori – pazienti che riescono a percepire i suoni, soltanto con un’intensità superiore a 20 dB.
L’ ipoacusia può avere varie forme ed entità (lieve – media – grave) ma generalmente, quanto più la curva uditiva si discosta dalla linea dell’udito normale, maggiore è il deficit uditivo.
Questa condizione è caratterizzata, ad ogni modo, dall’ indebolimento dell’apparato uditivo, causato dal fisiologico deperimento, legato all’ anzianità, della struttura e dell’ apparato dell’orecchio, oppure da danni derivati da un’ esposizione eccessivamente dannosa a condizioni di rumore non tollerabili.
L’Audiometria o test audiometrico è quindi utile, in quest’ ottica, a verificare se il lavoratore è in grado di svolgere la mansione alla quale è designato o se le sue condizioni risultano compromesse, al punto da inficiare lo svolgimento di tali mansioni lavorative e dover essere assegnato a altro incarico.
L’Audiometria: obblighi del lavoratore e del datore di lavoro
Il lavoratore, qualora lo creda opportuno, è tenuto a fare richiesta di essere sottoposto a visita medica specialistica. Spesso è il caso in cui egli ritiene di essere in una condizione di salute che può compromettere la sua attività lavorativa.
Il medico competente, in questo frangente, deve valutare se tali condizioni siano correlate ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, che, appunto, potrebbero essere suscettibili di peggioramento a causa delle mansioni svolte.
Il medico del lavoro è altresì tenuto ad esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica.
Se dai risultati del test audiometrico, viene riscontrata una disabilità uditiva, le condizioni del lavoratore devono essere monitorate, in base alla tipologia di lavoro, di mansioni e di attività che lo stesso lavoratore deve svolgere. Questo è fondamentale per evitare il peggioramento e l’ aggravarsi delle sue patologie.
Il medico competente è inoltre tenuto a suggerire al lavoratore e al datore di lavoro eventuali modalità di lavoro alternative. Suo il compito anche di esortare l’ utilizzo dei cosiddetti dispositivi di protezione individuale o D.P.I., come caschi, inserti auricolari e cuffie.
Il datore di lavoro dunque dovrà fornire appositi dispositivi al lavoratore, da utilizzare come protezione sul luogo di lavoro da possibili danni uditivi. Fermo restando che il lavoratore, qualora dovesse operare in condizioni di rumore estreme, ha piena facoltà di richiedere una protezione maggiore per la tutela della sua salute.



Visiontest o screening visivo
Che cos’è il Visiotest? Come funziona e perché è così utile?
Il Visiotest è un esame molto diffuso nell’ambito della medicina del lavoro. Si tratta di uno strumento diagnostico particolarmente efficace, soprattutto per i lavoratori cosiddetti “videoterminalisti“. L’esame permette infatti di misurare con rapidità i parametri principali della funzionalità visiva ed individuare eventuali problemi o disfunzioni .
Il Visiotest è un esame diagnostico, utile soprattutto per i videoterminalisti, ossia quegli individui che svolgono la gran parte delle proprie funzioni e attività (generalmente per lavoro) su monitor o video terminali, o che, ad ogni modo, stanno molto a contatto con questi dispositivi. Nello specifico, infatti, per “videoterminalista” si intende un lavoratore che, durante le proprie funzioni, mansioni e attività, utilizza un PC per oltre 20 ore a settimana. Stiamo parlando dunque di un uso molto prolungato del video terminale.
A causa della luce proiettata dallo schermo, ma anche, indirettamente, della postura adottata, questi soggetti possono essere potenzialmente a rischio di sviluppare patologie e disturbi della vista. O comunque, possono esserlo in misura maggiore rispetto ad altre categorie.
Il test dunque si rivela uno strumento particolarmente utile nell’ ambito della medicina del lavoro per tenere sotto controllo la salute dei lavoratori, almeno per quanto riguarda l’ apparato visivo. Ma, come vedremo in seguito, non è certo l’ unica visita a cui il Medico Competente ha necessità di sottoporre i lavoratori aziendali!

Presso il nostro studio trovate Visiolite MASTER USB – per l’esplorazione delle funzioni visive completo di Software per PC.
Nel campo dello screening visivo, il Visiotest è uno fra gli strumenti più diffusi. Si tratta di un esame relativamente semplice, che non necessita di nessuna preparazione, da parte del lavoratore.
La particolare tecnologia all’ avanguardia utilizzata nel Visiotest consente infatti di rilevare, in tempi rapidi, i parametri più importanti delle funzionalità visive.
Ma come si svolge il Visiotest? Il lavoratore – paziente, su indicazione del Medico Competente, deve posizionarsi a contatto dello strumento di diagnosi. E’ da tener presente però che nel caso in cui il lavoratore utilizzi occhiali o lenti a contatto per correggere la vista, dovrà effettuare l’ esame indossandoli. Questo gli servirà per ottenere risultati quanto più vicini alla realtà. Il medico, quindi, proporrà al paziente dei test specifici.
L’obiettivo dell’esame è quello di condurre un’ attenta valutazione del “comportamento” dell’occhio in una pluralità di situazioni. Su alcune pellicole, vengono effettuati svariati test, utilizzando immagini di elevata qualità e dotate di particolare precisione. Il Visiotest serve per valutare la reazione dell’ occhio a stimoli visivi diversi, replicando le condizioni a cui potrebbe essere sottoposto in una qualsiasi giornata lavorativa. In particolare, sono analizzati:
- La funzionalità e l’ acuità visiva, sull’ uno o sull’ altro occhio.
- La visione sia da vicino che da lontano.
- La visione intermedia di entrambi gli occhi.
- La visione dei colori (anche con l’ utilizzo di un test bicromatico) e dei contrasti.
- La presenza di eventuali difetti della vista, quali ipermetropia e astigmatismo.
Se il lavoratore presenta un deficit visivo o ha più di 50 anni di età, dovrà sottoporsi alla visita medica ogni due anni. La cadenza invece è quinquennale, nel caso in cui il lavoratore – paziente non presenti alcun disturbo o patologia della vista. Oppure, in alternativa, nel caso abbia un’ età inferiore ai 50 anni

VALUTAZIONE CLINICO-FUNZIONALE DEL RACHIDE
Per determinate categorie di lavoratori è fondamentale svolgere periodicamente la valutazione del rachide, al fine di controllarne lo stato di salute.
Se sei un lavoratore che opera nell’industria dei trasporti, in logistiche o in qualsiasi ambiente di lavoro dove le tue mansioni includono il sollevamento manuale di carichi, un pesante sforzo fisico, l’assunzione di posizioni incongrue o anche l’esposizione prolungata a vibrazioni devi sapere che è tuo diritto effettuare una valutazione clinica di spalle e rachide.
Il Medico Competente d’Azienda, nell’effettuare l’esame analizza le funzionalità della struttura fondamentale del corpo umano che sostiene testa e tronco, che comprende non solo la colonna vertebrale, ma anche le vertebre, i legamenti, i dischi intervertebrali, muscoli, nervi e midollo spinale.
Categorie di lavoratori interessate
Le categorie di lavoratori per cui è utile e necessario effettuare la valutazione clinico-funzionale del rachide e della spalla sono:
- tutti coloro che svolgono operazioni di spostamento o sostegno di un carico pesante, che nella loro mansione includono le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico,
- tutti coloro che assumono una posizione seduta, prolungata nel tempo (per più di 2 ore e mezza), flettendo e ruotando il busto,
- i lavoratori che sono sottoposti a vibrazioni meccaniche, e stressano quindi la colonna vertebrale e il sistema mano-braccio, come gli autisti di tram e autobus.
Le statistiche riferiscono che oggi più del 50% della popolazione, soprattutto tra i 40 e i 50 anni, almeno una volta nella vita ha sofferto di una discopatia di vario grado, ricordiamo che tra i vari disturbi che possono intaccare la colonna vertebrale e i suoi annessi la discopatia lombare spicca per essere la patologia più frequente che viene denunciata ed indennizzata dall’INAIL.
In cosa consiste la valutazione clinico-funzionale del rachide?
Durante l’esame della valutazione del rachide e della spalla non si può evitare di prendere in considerazione i dati fondamentali del Lavoratore-paziente quali: la sua età, l’ anzianità aziendale (ossia da quanto tempo egli si occupa di quella determinata mansione), la mansione precedente, e tutti i suoi accertamenti sanitari.
L’esame consiste principalmente in una valutazione clinica obiettiva di cifosi, lordosi e scogliosi e del ritmo lombo-pelvico.
Il medico competente effettua anche delle importanti manovre di palpazione per verificare se il paziente prova dolore durante l’esecuzione di determinati movimenti (flessione/estensione), o per valutare la presenza di apofisi o spazi intervertebrali. Vengono valutate anche possibili tendiniti, che potrebbero influenzare il corretto svolgimento dell’attività lavorativa o renderla pericolosa e dolorosa.

Valutare la corretta funzionalità della colonna vertebrale attraverso questionari specifici è importantissimo al fine di individuare i primi sintomi della patologia e prevenire situazioni maggiormente invalidanti, che potrebbero causare seri danni al Lavoratore.
Al termine della valutazione clinico-funzionale del rachide il Medico Competente esprime poi un giudizio di idoneità, con cui indica se il lavoratore è idoneo a compiere quella determinata mansione.

Il test antidroga sul lavoro, o “drug test”, è obbligatorio per determinate mansioni e viene svolto secondo determinati tempi e modalità.
Il test antidroga eseguito in ambito lavorativo, più comunemente chiamato “drug test” è obbligatorio per legge per tutte quelle categorie di lavoratori che svolgono mansioni pericolose.
L’assunzione di droghe come cannabis, cocaina, metanfetamina o oppiacei aumenta il rischio di infortunio e mette in pericolo tutti coloro che possono venire indirettamente coinvolti da un errore della persona sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Chi viene sottoposto al test antidroga sul lavoro
Gli esami tossicologici sul lavoro (test antidroga e alcool test) possono essere effettuati solo a norma di legge.
Le categorie di lavoratori che vengono sottoposte agli accertamenti per verificare la dipendenza da sostanza, sono coloro che svolgono mansioni pericolose, per sé stessi e per terzi che potrebbero essere coinvolti.
Nel caso in cui il datore di lavoro avesse dei sospetti su un lavoratore che non rientra nelle categorie sottoposte a esami tossicologici, può intervenire solo rivolgendosi al 112.
Il datore di lavoro può sottopormi a un test antidroga a sorpresa
Come abbiamo visto ci sono determinate mansioni che per legge vengono sottoposte ai controlli tossicologici, perciò non si può parlare propriamente di test “a sorpresa”.
Di norma questi esami vengono svolti 1 volta all’anno dal Medico Competente, insieme alle altre visite della Sorveglianza Sanitaria.
Il lavoratore non verrà informato sulla data precisa in cui l’esame sarà effettuato (perchè ciò potrebbe compromettere la veridicità dei controlli), ma in alcuni casi va fatto (per esempio nel caso in cui il lavoratore non è mai in sede) ma con preavviso di massimo 24 ore prima sull’effettuazione del droga test.
Quali sostanze vengono ricercate nel test antidroga
Le principali sostanze che vengono ricercate nel test antidroga sono cannabis, cocaina, oppiacei, eroina, anfetamina, morfina e steroidi.
Il drogatest viene effettuato dal Medico Competente Aziendale in diversi modi: può essere svolto analizzando un campione di saliva, ma molto più frequentemente attraverso l’analisi delle urine.

Analisi delle urine test antidroga
Quanto rimangono le sostanze nelle urine
Non si può stabilire con certezza il tempo in cui le droghe rimangono nel nostro organismo, perché dipende, oltre che dal tipo di sostanza, dall’età, dal peso e dallo stato di salute dell’individuo, e anche dalla frequenza con cui vengono assunte.
Possiamo fare riferimento a dei tempi indicativi:
- Amfetamine 2 – 4 giorni
- Barbiturici 4 – 7 giorni
- Benzodiazepine 3 – 7 giorni
- Cocaina 2 – 4 giorni
- MDMA 1 – 3 giorni
- Metadone 3 – 5 giorni
- Marijuana (THC) 15 – 30 giorni
- Metamfetamine 3 – 5 giorni

Il lavoratore può rifiutarsi di eseguire il test antidroga
No. Il lavoratore non può rifiutarsi di effettuare il test antidroga, nel caso in cui ricopra mansioni che sono obbligate per legge a sottoporsi ai test tossicologici.
Gli esami tossicologici, sono regolamentati dal Testo Unico Salute e Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08) e sono importanti non solo per tutelare la salute del lavoratore stesso, ma anche quella di tutti i suoi colleghi.
L’assunzione di sostanze stupefacenti (compreso alcool) compromette la sicurezza di tutti coloro che lavorano insieme al lavoratore controllato. Inoltre, l’assunzione di droghe aumenta il rischio di infortuni sul lavoro.
Se la mansione non è tra quelle elencate dal decreto legge il lavoratore si può rifiutare di fare il test tossicologico senza temere conseguenze.
Se il datore di lavoro ritiene che un lavoratore, non addetto alle mansioni elencate nel decreto, faccia uso di droga, non può obbligarlo a fare il test antidroga, dovrà piuttosto segnalarlo alle forze dell’ordine.
Se il lavoratore risulta positivo al test antidroga o all’alcol test viene immediatamente sospeso dal lavoro, e perde l’idoneità alla mansione.
È molto importante ricordare che, in caso di positività, il medico del lavoro ha sempre l’obbligo di mantenere la privacy del lavoratore. Il medico non può comunicare all’azienda il risultato positivo del test ne informare il datore di lavoro sulla sostanza riscontrata, si limiterà a esprimere un giudizio di non idoneità.
Se il lavoratore risulta positivo, quindi, il datore di lavoro ha il diritto di sospenderlo temporaneamente, e eventualmente può affidargli una mansione alternativa.
A questo punto è il Medico Competente che decide come procedere: il lavoratore può essere rinviato a eseguire nuovi accertamenti, tra cui anche il test sul capello. (Ricordiamo che tutti gli esami saranno a carico del datore di lavoro.) Se però il lavoratore si dimostra recidivo e il medico competente sospetta una tossicodipendenza, provvederà a inviarlo al SERT o alle altre strutture presenti sul territorio, per iniziare un percorso di disintossicazione.
In futuro, se la disintossicazione avrà successo, il lavoratore potrà riprendere la sua normale attività lavorativa.
Gli esami tossicologici sono obbligatori per legge nella Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori che ricoprono mansioni pericolose che potrebbero mettere a rischi la salute di sé stessi e degli altri.
Le mansioni lavorative soggette a esami tossicologici sono indicate nell’allegato A del PROVVEDIMENTO 30 ottobre 2007.
Servizi
“Da quando sono cliente di Medicina del Lavoro, non ho mai avuto un'esperienza negativa. Professionali, attenti e sempre disponibili a offrire il meglio per la mia salute dentale.”
Marco Bianchi
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